Chi sono

Mario Silvio Luise

Un po' della mia storia


Originario di un piccolo paese in provincia di Padova ben presto si avventura in un’esperienza comunitaria a Città di Castello prima e a Roma poi, affrontando studi classici che ultimerà in Israele e in Cisgiordania a Betlemme.

Rientrato in Italia termina gli studi interrotti a causa della famosa guerra dei 6 giorni e terminato il militare intraprende gli studi universitari alla Cattolica di Milano.

La sua prolungata assenza dall’Italia gli ha fatto perdere ogni contatto con quella che era la vita burrascosa del 68. Nell’ambiente dove viveva spirava un’aria più serena e si perseguivano ideali coraggiosi.

Il suo rientro in Italia è traumatico. Difficoltà di adattamento al nuovo stile di vita e quindi profonda crisi su tutti i fronti: spirituale, affettivo, economico, sociale.

E’ provvidenziale l’incontro con il professore Franco Silanos che lo introduce nel gruppo di GS di Busto Arsizio.

Nel 75 si sposa e da Margherita ha tre figli.

Dopo diversi tentativi di trovare una sua dimensione esistenziale ed economica che gli permetta una vita dignitosa, intraprende un’attività commerciale che perdura da 50 anni, che gli permette di dedicarsi alla sua passione: il disegno, la pittura e il modellare con l’argilla, da ultimo nel periodo della pandemia causata dal "Coronavirus" si dedica alla composizione musicale approfondendo gli elementi base per l'armonizzazione.

Negli anni 90 è stato presidente del CAB (Centro Arte-cultura Bustese) , organizzando varie iniziative come la “Canton da Büsti vegi e nöi” Mostra estemporanea con cadenza annuale; corsi di pittura, incisione, acquerello, vetrate artistiche (Tiffany).Il concorso nazionale di poesia per le scuole medie inferiori e superiori dedicato al poeta Bustocco Luigi Caldiroli.

Attualmente vive e opera in Busto Arsizio Via Q. Sella, 56 (VA)

Cell. 340 40 81 085


Il mio negozio a Busto Arsizio

Dicono di lui...

Volendo descrivere in estrema sintesi la personalità del pittore Mario Luise, dovremmo dire che alla fantasia irrequieta aggiunge una notevole immediatezza nel rendere le sensazioni che riceve dal soggetto, unitamente ad una innata sensibilità poetica che gli permettono, di trasmettere messaggi di prevalente contenuto realizzati con l'ausilio di varie tecniche frutto di un diligente studio e di un costante impegno, che è proprio di chi vive con entusiasmo un ideale ricavandone motivi di vera gioia, donando a sé ed a chi si accosta alle sue opere, emozioni sempre più profonde.

Armando Bestetti

Mario Luise, veneto di origini e bustese di adozione, è comparso sulla scena artistica solo da pochi anni ma il suo lavoro si è fatto in breve tempo così corposo e ricco di riferimenti, in taluni casi anche con accenti personali, da indurci a considerare con molta attenzione l'evolversi del suo interessante e genuino percorso artistico. Autodidatta, dotato di una non comune manualità che l'ha portato ultimamente ad esprimersi con buoni risultati pure nel campo della ceramica, Luise ha saputo trasformare in preziose lezioni dal vero il continuo confronto con altri artisti bustesi che vanno per la maggiore. Senza rinunciare alla propria originalità ne alle proprie ragioni ispirative, ma restando aperto a tutti i suggerimenti che di volta in volta gli erano offerti. in breve tempo, assecondando la sua brillante versatilità, ha saputo così affinare, sia per quanto riguarda il profilo espressivo che sotto l'aspetto dei contenuti e della ricerca, il suo naturale talento, facendo emergere insospettate predisposizioni verso discipline di grande sensibilità come l'acquerello ed il disegno. Alle doti già riconosciutegli come la sicurezza del tratto e la capacità di leggere vita e natura in termini autenticamente poetici, si sono ora aggiunte altre note positive quali una più razionale strutturazione dello spazio ed una scarnificazione del tessuto coloristico, diventato nel frattempo più intenso nei toni e ricco di vibrazioni romantiche. Ma le caratteristiche principali della sua opera, che ha assunto inflessioni più meditate ed assorte rispetto ad un recente passato, rimangono quelle di sempre. Innanzi tutto la semplicità lessicale con la quale sa tradurre sentimenti ed emozioni in uno spartito di accattivanti sonorità cromatiche, a volte allegre, in altre dolenti, in altre ancora malinconicamente sospese. E poi quella ingenuità di fondo, spontanea e ben radicata, che filtra la realtà disseminandola di sogni e tenerezze, accentuando la vena autenticamente lirica delle immagini. Jacques Brel, noto poeta francese, soleva dire che occorre un gran talento per diventare vecchi senza essere adulti. Mario Luise sinora ci è riuscito e in questo assunto a metà fra ragione e irrazionalità e racchiuso il significato più vero e profondo della sua arte.

Ettore Ceriani


Nell’articolato percorso creativo di Mario Luise mi sorprendono soprattutto alcune componenti, che non sono di poco conto, considerato che l’arte deve essere innanzitutto comunicazione.

La prima è la sua capacità di leggere in profondità quanto gli succede attorno, con particolare riguardo al dato naturale. Una capacità che gli permette di arrivare all’essenza di ogni cosa e quindi di trasmetterla in tutta la sua fragranza.

La seconda è la genuinità di intenti e la schietta devozione verso i luoghi e le tradizioni del passato. Un trasporto, il suo, che non di rado ha in sé l’emozione e l’intensità di una vera e propria rivelazione. Sembrerebbe che l’autore stesso si meravigli di fronte a quanto il cuore suggerisce, permettendo così alla sua abile manualità di realizzare immagini di forte suggestione. (e.c.)

Busto Arsizio 18 ottobre 2006


La tecnologia a servizio del mio fare arte.

"Impara l’arte e mettila da parte" recita un antico detto, in voga anche dalle nostre parti, che -come tutti gli antichi proverbi- ha in sé un fondo di verità in quanto deriva dall’esperienza del vissuto.

L’uomo ha dentro di sé tante energie e attorno a sé tante risorse. La combinazione delle une con le altre permette a volte di ottenere risultati sorprendenti, che vanno al di là delle stesse aspettative.

Il tutto dipende dalla sensibilità con cui l’uomo sa leggere dentro di sé per trovare motivazioni originali e per andare oltre le apparenze della realtà che, come ci dimostra il lungo cammino dell’arte, non è solo forma, ma è anche forma, nella misura con cui quest’ultima sa essere esplicitazione compiuta del pensiero.

L’arte è infatti un processo unitario. Non ci possiamo esprimere in modo puramente psichico. Il fatto di esprimersi è un atto fisico che materializza il pensiero.

Dunque un automatismo psichico è organicamente legato all’automatismo fisico.

In questo processo di ricerca assume molta importanza la coerenza in quanto nell’arte ed in tutti i progetti di arte applicata niente è casuale.

Anzi, l’arte è spesso frutto della vita.

Se partiamo da queste considerazioni diventa facile comprendere le creazioni di Mario Luise, altrimenti c’è il rischio di considerare i suo lavori alla stregua di normali prodotti di consumo, ancorché ben realizzati.

Mario si avvale di avanzati mezzi tecnologici. Ma la tecnologia, per quanto sofisticata, è solo un mezzo.

Innanzitutto bisogna conoscerla per poterla applicare, ma occorre anche una buona dose di immaginazione ed una fervida creatività per usarla in modo nuovo ed originale.

La bravura dell’artista sta nel fare in modo che i mezzi tecnici rimangano sempre degli strumenti e non prevarichino la fantasia, l’estro, i sentimenti.

Gli attuali lavori di Luise ricordano, per certi versi, le stampe d’arte. Solo che qui il supporto non è fornito appena dalla carta, ma da materiali diversi: marmo, cuoio, vetro, porcellana, cotto, ecc.

Il bulino è rappresentato da una penna ottica; la lastra è sostituita da una lavagna elettronica. Con l’aggiunta di idee chiare, tanta esperienza e molte ore di lavoro.

Artista spontaneo e poliedrico, sperimentatore per natura, Mario Luise ha costruito il suo percorso creativo alla ‘scuola del fare’, assecondando le emozioni ed i sentimenti che di volta in volta lo pervadono, sorprendendolo maggiormente.

Gran parte del suo lavoro è dedicato a Busto, città in cui vive, ma la sua curiosità lo porta ad interessarsi anche del territorio circostante.

In tutte le sue opere emerge una particolare attenzione per l’ambiente, inteso non solo in senso naturalistico, ma anche come teatro di una storia in cui è ben presente l’uomo con la sua operosità ed i suoi valori.

Così, non è difficile cogliere gli aspetti di una vita dura, intensamente intrisa di lavoro, quando disegna le vecchie vie di Busto con gli edifici fatiscenti e le fabbriche dismesse, oppure dignità e orgoglio allorché affronta gli aspetti più squisitamente architettonici di vecchie ville e palazzi. C’è invece serenità e silenzio attorno alle piccole chiese, come Madonna in Veroncora, luoghi di una fede atavica ed ancora sorprendentemente viva, cui si accompagna una dolce malinconia nel riprendere i viottoli più poetici della campagna lombarda.

Luise sa interpretare tutte queste sensazioni con la tecnica più opportuna per mantenere fresche, intatte le originarie sensazioni. L’ultima sua passione è però l’argilla, cui dedica ormai tutto il suo tempo. Ben conosciuti ed apprezzati sono i suoi presepi in terracotta (che prendono spunto dalla scuola napoletana) in cui Mario oltre ad una adesione sincera ha modo di mettere in evidenza una ingegnosa manualità.

(E.C.)





Quando l'Arte diventa emozione.


Un celebrato poeta ha lasciato scritto che l'uomo è come un'isola circondata da acque profonde che nascondono avvincenti misteri. Bisogna calarsi in queste acque e riemergere riportando ogni volta alla luce nuovi segreti.

I segreti che l'uomo è chiamato a recuperare sono quelli della nostra interiorità, vasta e inesplorata come l'Universo che ci circonda.

Questa testimonianza mi è tornata in mente pensando a Mario Luise, persona coerente ed onesta che ha saputo, con fatica e sacrificio, crearsi nel tempo una sua precisa identità artistica.

Una identità che appare solida in quanto Mario l'ha costruita con equilibrio e progressivamente, attingendo alle fonti giuste.

Il suo cammino è iniziato nel confronto continuo con la realtà e con altri artisti che avevano maturato maggior esperienza.

Giustamente, Leonardo faceva osservare che 'la sapienza è figliola della sperienza'. Non una sapienza retorica, fine a se stessa, ma una sapienza viva, compiuta, che permette di fare dell'opera d'arte un momento concreto di comunicazione.

Orbene, con molto senso autocritico, Luise ha costruito il suo linguaggio, non solo come espressione, ma anche come contenuti, affinando nel contempo gli esiti e la mente. Ha quindi portato a termine un articolato percorso teso a rendere espliciti i valori portanti del suo 'fare arte' con una adeguata caratterizzazione in termini di narrazione.

Una maturazione che ha comportato pure qualche necessario sacrificio: la riduzione all'essenziale del segno, una maggior propensione a giocare sulle tonalità del colore, la ricerca di simbolismi semplici, un modo di esprimersi più personale, la ricerca di soggetti che, per quanto legati alla quotidianità ed alla tradizione, offrissero immagini non convenzionali.

Passaggi che gli sono stati consentiti dalla coerenza intellettuale che ha guidato la sua ricerca e dalla genuinità delle relative motivazioni.

Una delle motivazioni fondanti della sua opera è senz'altro il convincente naturalismo che lo guida. Inizialmente, l'artista si è affidato agli aspetti più appariscenti, poi la sua azione l'ha portato a cercare, attraverso l'immagine apparente, le variazioni d'atmosfera e i cambiamenti dovuti all'immanentismo del Creato. Infine, continuando nella logica dell'approfondimento, Luise ha lasciato perdere il precedente modo analitico di osservare per focalizzarsi sulle forze che governano la natura e sui rapporti che l'uomo intrattiene con la stessa.

Gli aspetti caratteristici di alcuni centri urbani del territorio varesino hanno rappresentato per lui, grazie alle loro presenze storiche ed al particolare inserimento nel ricco contesto naturalistico dei luoghi, un fruttuoso e felice momento interpretativo della sua arte, sia pittorica che ceramica.

Mario, da sempre molto sensibile al Presepe, che interpreta attenendosi alla colorita tradizione napoletana, ha voluto chiamare tali presenze storiche 'Presepi della memoria' poiché rappresentano la storia dei luoghi ed i valori che l'hanno accompagnata.

Le immagini che crea di volta in volta derivano da una scrupolosa osservazione della realtà, ma anche da una indagine approfondita, che effettua direttamente sul territorio, delle condizioni, della civiltà e dei precedenti che hanno portato all'insediamento ed alla crescita urbana e umana.

E' per questi contenuti, che traspaiono in modo cristallino dai suoi lavori, che a volte le tonalità di colore e l'uso leggero del segno che determina le forme, accennano ad una visione poetica che sollecita in me una piena adesione emotiva.

Ci sono tante maniere di affrontare la pittura, ma – come diceva un noto critico – quella legata all'emozione è l'unica che resiste al tempo.

Ettore Ceriani


Nell'ambito della poliedrica ricerca di Mario Luise, l'acquerello rappresenta un momento creativo particolarmente riuscito,, in quanto permette all'artista di mettere in atto quella sensibilità di cui è sempre stato dotato.

Sono opere delicate che delineano paesaggi pacati con primi piani e prospettive lievi, frammentati dalla luce, e distese che fra morbide risonanze e rifrangenze, offre alla stringatezza strutturale del dipinto, pur nella sua immediatezza, il respiro di una intima costruzione poetica.

E.Ceriani